Blue Connection, un progetto per sensibilizzare all'autismo
Il 2 aprile 2017, "Giornata Mondiale per la Sensibilizzazione all'Autismo", si è svolta Blue Connection, un'iniziativa promossa da Gabriella Incisa di Camerana, responsabile del Centro Ippico Mahdia con sede in Tunisia e protagonista, da oltre vent'anni, nel settore della disabilità. L'intenzione è quella di informare il pubblico su quanto viene svolto in tema di autismo nonché di educare sulla diffusione della zooterapia e l'integrazione sociale delle diverse abilità. Il Centro è un'associazione "no profit" che opera nel campo del turismo equestre, degli sport ippici, della zooterapia, della formazione professionale nella filiera equina, della conservazione delle razze tunisine minacciate di estinzione e della salvaguardia ecologico-ambientale.
"Blue Connection" ha promosso dunque eventi, attività, corsi e seminari svolti congiuntamente in Tunisia, Italia, Brasile e Croazia.
Le manifestazioni effettuate nel nostro paese sono state numerose e diverse tra loro ma accomunate dallo stesso spirito costruttivo: dar vita a una tessera di un puzzle che, inserita con altre, realizzi un disegno armonioso. Il tassello del puzzle è uno dei simboli dell'autismo perché rappresenta l'intelligenza "diversa", che ha bisogno degli altri pezzi per avere senso e formare un mosaico che realizzi la realtà nella sua integrità.
Il 2 aprile l’ho trascorso presso il Ruffino Natural Horsemanship di Scandiano, in provincia di Reggio Emilia. Il centro equestre è gestito da Chiara Nava che applica un approccio di Natural Horsemanship basato su un rapporto diretto tra individuo e animale in cui, attraverso tempistiche variabili e con un linguaggio comprensibile da entrambi, si crea comunicazione attraverso una sorta di gioco. Molti dei cavalli presenti nel centro sono recuperati da situazioni critiche come sequestri, violenze, agonismo sfrenato o macelli.
Il pomeriggio trascorso al Ruffino Natural Horsemanship è stata occasione per una chiacchierata amichevole in cui si sono scambiate idee e informazioni. Si è parlato dell'attività di Gabriella Incisa di Camerana, della zooterapia svolta con i pony di Mogdos e gli sloughi, i levrieri berberi, nonché di alcuni casi in cui l'interazione con gli animali ha comportato un miglioramento nei pazienti.
Chiara Nava ha raccontato invece le sue esperienze con cavalli e portatori di handicap affermando che, troppo spesso, nell'ippoterapia il quadrupede sia un mero strumento sostenendo, come Gabriella, che debba invece costituire il mediatore tra terapeuta e paziente.
Non basta, però, prendere un cavallo a fine carriera per trasformarlo in un animale adatto a lavorare con i disabili ma occorre addestrarlo per lo specifico utilizzo e le differenti disabilità, in modo da interagire al meglio con la persona sia dalla sella ma anche da terra. Spesso le associazioni tendono a irregimentare la gestione delle disabilità, preoccupate di mantenere il monopolio economico dei brevetti, mettendo talvolta in secondo piano il miglioramento della valenza terapeutica.
Dopo la chiacchierata hanno avuto inizio le dimostrazioni sul campo con i cavalli del maneggio.
Quella che più di tutte ha fatto percepire il legame con Mahdia è stata la pittura con le mani sul mantello di un cavallo da parte dei bambini presenti, testimoniata dalla foto di copertina.
Come in diverse occasioni a Mahdia, anche al Ruffino i cavalli sono stati utilizzati come tele per un laboratorio in cui i piccoli hanno usato colori alimentari per dipingere il simbolo tradizionale arabo della "Mano di Fatima". Questa mano che è, per eccellenza, l'organo della carezza e dell'affetto, diventa qui sinonimo di identità, di lavoro e di dignità. Non dobbiamo dimenticare che il "puntare" è un atto sociale di attenzione congiunta, precursore del linguaggio e della comunicazione. L'assenza del "puntare col dito" (il puntare proto-dichiarativo) e l'agitazione ritmica delle mani, associata alla mancanza di un contatto visivo e del gioco dell'imitazione, sono tra i segnali "forti" di un autismo che richiede la consulenza urgente di un operatore sanitario. L'impronta della mano è un'attività che contribuisce così a sviluppare la motricità fine, molto utile per la scrittura sin dalla più tenera infanzia. Quando i bambini usano il loro pollice, le dita o le mani, esplorano il movimento e la coordinazione e, nel tendere la mano per stendere un colore, ne anticipano gestualmente l'azione. La parte migliore di un'attività con le impronte è che due disegni non saranno mai uguali. L'originalità è nell'attività stessa. Questa è una grande opportunità, per i bambini, di esercitare la loro creatività.
Gabriella Incisa di Camerana, affinché la sensibilizzazione all'autismo non venga confinata nella giornata del 2 aprile, porta avanti questo progetto di "Blue Connection" tutto l'anno. Non solo, ma anche al di fuori del contesto strettamente equestre, come dimostra l'evento "Museo in Blu" organizzato all'occasione della chiusura delle festività dedicate al patrimonio archeologico tunisino. Per la prima volta in Tunisia un simbolo del patrimonio archeologico, il 'Mosaico delle Nove Muse' della fine III secolo d.C. all'interno del Museo di El Jem, è stato illuminato di blu, ispirandosi alla campagna internazionale 'Light It Up Blue' che mira a sensibilizzare l'opinione pubblica di tutto il mondo sull'autismo.
Gabriella ritiene che le nove Muse dell'arte possano illuminare il presente e il futuro dei bambini autistici attraverso iniziative come questa.
Il 13 agosto a Madhia e il 12 a Morgex, in Valle d'Aosta, si è invece svolto l'Horse Painting.
Si tratta di un'originale Pet Art Therapy in cui, oltre a dipingere gli equini con colori non tossici, si sono realizzati laboratori artistici e attività di educazione legata al recupero dei rifiuti e alla salvaguardia dell'ambiente.
In un'atmosfera distesa e multi-sensoriale i cavalli hanno assunto il ruolo di mediatori, guidando i bambini in modo ludico per eliminare ogni paura a cominciare da quella nei confronti dell'animale - il diverso da sé - ma anche il timore, indotto da regole sociali ed educative, di "dipingere- sporcare e toccare un altro individuo".
Un percorso di consapevolezza "dell'altro diverso da sé" che va osservato e poi avvicinato con rispetto per la sua diversità, sapendo che è necessario trovare un terreno d'intesa nel quale il benessere comune va garantito.
L'iniziativa italiana è stata in parte contestata in quanto considerata, da alcuni, lesiva della "dignità" dei cavalli, costretti a subire il trattamento pittorico. Ma, senza cadere in eccessivi atropomorfismi, basta pensare alla schiuma di una doccia, etologicamente assente dal quotidiano equino, o ai colori di diversi prodotti veterinari come il blu di metilene, il rosso dell'eosina, il verde di certe cretate, il marrone e il viola di alcuni disinfettanti o l'argento di un noto cicatrizzante.
Per i bambini autistici toccare un altro essere vivente costituisce invece un'attività molto importante nel percorso di guarigione: avvicinare un animale della stazza di un cavallo inserendolo in un contesto che lo rispetta impone cautela, attenzione, sensibilità e reciproco rispetto. Dato che il rapporto tra animale e bambino non si basa sulla parola ma sul contatto sensoriale, impone un ascolto intenso dei sensi.
Il cavallo ha odore, calore, suda, respira e coinvolge emotivamente trasmettendo un segnale univoco. Lasciare l'impronta della mano su di lui significa suggellare la relazione esprimendo in maniera diretta e non mediata da strumenti.
La mano prima "ascolta" e dopo "esprime", costituendo un'esperienza affettiva profonda intrisa di importante valore terapeutico. Se l'attore è portatore di handicap la valenza si amplifica, aiutando a superarne le carenze dato che la scoperta della relazione con il cavallo responsabilizza la vita relazionale del bambino.
Oltre a pitturare i cavalli, i ragazzi hanno avuto la possibilità di disegnare su delle magliette: sporcare una t-shirt crea disagio anche ai normodotati. E' stato sorprendente rilevare che la maggior parte dei bambini ha preferito interagire con l'animale piuttosto che con l'indumento.
Per rispondere alle accuse di aver leso la dignità dei cavalli, Gabriella racconta che gli equini presenti a Madhia hanno dimostrato, con il loro atteggiamento, di non essere per nulla stressati ma, al contrario, del tutto rilassati. Le foto scattate mostrano infatti gli animali talmente sereni da dormire su tre zampe, con l'occhio e il labbro pendulo, oppure intenti a mangiare. Chi conosce i cavalli sa che questi dormono e mangiano solo quando sono tranquilli.
Il maltrattamento si evita facendo organizzare l'evento da chi sa garantire una corretta gestione degli animali, mostrando e imponendo l'atteggiamento corretto nei loro confronti. Il cavallo non percepisce un'immagine sociale di sé, non valuta se il suo aspetto è "bello" o "ridicolo" ma avverte l'atteggiamento aggressivo che i conduttori dell'evento hanno invece evitato.
Il motivo per cui i cavalli erano rilassati stava nell'essere circondati da bambini che effettuavano quelle che possono essere considerate delle coccole: dipingere un cavallo equivale ad accarezzarlo e a strigliarlo. I massaggi e le carezze inducono uno stato di dormiveglia anche nelle persone. Gli esemplari più nevrili hanno stupito gli artieri, offrendo una docilità non sempre esibita in scuderia.
Pitturare un cavallo non vuol dire prenderlo in giro: a Mahdia, come a Morgeaux e a San Ruffino, significa creare un contatto costruttivo che equini e bambini hanno perfettamente avvertito e vissuto positivamente.
Per poter offrire delle sedute settimanali gratuite di zooterapia ai bambini autistici, iscritti presso le associazioni della regione del Sahel tunisino, l'associazione Centre Hippique Mahdia ha lanciato una raccolta fondi, aperta quindi alla generosità di chi vorrà aiutare questi ragazzi meno fortunati nel loro viaggio di salute e benessere, nel rispetto del diritto alla vita delle persone autistiche e delle loro famiglie. Nel contempo, questo consentirà anche di contribuire alla conservazione dei pony di Mogods (i cavalli di Annibale), una razza equina tunisina minacciata di estinzione, che vengono allevati e addestrati appositamente per l’ippoterapia.
L'immagine scelta per questa lodevole iniziativa è "Blue Edouard", dell'artista aostana Eugenia Mola di Larissé, dedicata proprio al pony di Mogods, la razza equina autoctona che si è rivelata un eccezionale mediatore zooterapico per i bambini autistici.
Le magliette BLUE CONNECTION sono state realizzate tramite una piattaforma online specializzata nella distribuzione di t-shirts on demand, per finanziare progetti e idee di cambiamento:
https://worthwearing.org/store/centre-hippique-mahdia/blueconnection