Global Champions Tour, il meccanismo dello spettacolo
Lo chiamano la F1 dell’equitazione ma il paragone non regge affatto. Perché la Formula Uno è diventata noiosa: chi si assicura la prima fila durante le prove del sabato ha tantissime, troppe possibilità di vincere la gara della domenica e da qualche anno le macchine che vincono sono le Mercedes. Un dominio davvero insopportabile per i tifosi Ferrari ma anche per gli appassionati che sono costretti a chiedersi se questa volta l’errore lo farà Hamilton o Rosberg.
Dunque il paragone del Longines Global Champions Tour andrebbe fatto con la Moto GP dove da diversi anni ogni Gran Premio è un insieme di spettacolarità, suspense, divertimento, tecnica, coraggio, spavalderia ed il nome del vincitore spesso si conosce solo all’ultimo giro. Ecco in questo senso l’idea diventata circuito di Jan Tops è tutto questo: quindici tappe dove è molto difficile trovare un binomio vincente per due o più tappe ed una competizione ad inanellare prestazioni importanti per prendere punti – e soldi - ad ogni appuntamento che mozza il fiato. La tappa di Roma ne è stato l’esempio più lampante, con il GP interrotto da una tempesta di fulmini il sabato pomeriggio e ripreso la domenica mattina, terminato con un barrage ad otto deciso nel giro di pochissimi decimi a favore dell’olandese Smoldiers.
Ma come fa una manifestazione così importante a mantenersi in piedi, a girare 15 città in tre continenti ed a premiare con “ricchi premi e cotillons” i migliori trenta della lista FEI? Perchè questo è il principio del LGCT: premiare le migliori amazzoni ed i migliori cavalieri ed offrire al pubblico lo spettacolo del meglio dell’equitazione mondiale gratis. Già, parola magica che si declina bene tanto per il pubblico che per i binomi protagonisti.
Vediamo di spiegare. In ogni tappa del Longines Global Champions Tour, che inizia a Miami Beach verso metà aprile e finisce a Doha all’inizio di novembre, il pubblico entra gratis. Ma anche i migliori cavalieri ed amazzoni con i loro cavalli sono ospitati dall’organizzazione: l’unica cosa che devono pagare è il viaggio per loro e gli animali dal luogo dove risiedono all’aeroporto da dove prenderanno l’aereo per la destinazione del Global. Stessa cosa al ritorno. Per il resto durante i quattro o cinque giorni di permanenza a Miami Beach, o a Parigi, o a Vienna, tutto è loro pagato, compresa l’iscrizione.
Questo vale per i migliori che partecipano alle gare del CSI5*. Tutti gli altri invece si pagano ogni cosa e contribuiscono al mantenimento del circuito. Anche se in realtà la maggior parte consta agli sponsor. E qui basta leggere i nomi: Longines che è il title, il main sponsor, cioè non solo il principale ma anche quello che dà il nome al circuito; Gucci, Ford, Mercedes, Heineken, Massimo Dutti, Volvo, Intercontinental Hotel, Evian, Renault, Hermès, Casinò Estoril, solo per
citarne alcuni. Non tutti sono sempre presenti, si alternano e poi a questi vanno aggiunti quelli locali delle 15 città toccate dal Global e quelli tecnici, dell’equitazione.
Inoltre come ogni grande organizzazione sportiva che si rispetti – siamo quasi ai livelli dell’NBA, la lega pro americana di basket – il Global ha una sua televisione con un suo regista ed un gruppo di produttori e tecnici che riprendono in modo impeccabile ogni tappa e la propongono sul web con una qualità davvero eccezionale. Ed anche questo viene offerto agli sponsor. Neanche a parlare dell’organizzazione delle comunicazione sui social….
Tutto questo, come direbbero quelli davvero bravi, è messo a sistema da 11 anni, o magari non proprio dal primo anno di vita, ma l’idea era sempre stata quella, partire col meglio possibile e poi migliorarlo anno per anno. Solo nel 2006 per esempio le tappe del Global erano 6, ora sono appunto 15. E mancano due continenti, l’Africa e l’Oceania.
Poi da quest’anno c’è anche la Champions League. Una competizione a squadre – 15 – composte da cinque cavalieri l’una di cui solo due per tappa scendono in campo, che praticamente si finanzia da sola. Ecco come: entro febbraio di ogni anno a cominciare dal 2016, bisogna comunicare all’organizzazione i nomi dei componenti le squadre e pagare la relativa quota di iscrizione per ogni cavaliere/amazzone. Per ogni tappa del Global la gara finale è proprio quella della Champions che assegna una montepremi di 200mila euro: 60 mila alla prima squadra classificata e 2mila euro per i componenti della 14^ e 15^.
Tutto con l’obbiettivo di favorire la diffusione del salto ostacoli di alto livello e di finanziare questo spettacolo eccezionale che fa conoscere l’equitazione di altissimo livello ad un numero altissimo di persone in tutto il mondo.
Pensare di copiare è un delitto naturalmente perché nella sostanza è impossibile, ma adeguare, imitare alcune cose sarebbe bello ed intelligente, per esempio per Piazza di Siena. Una cosa su tutte: rendere finalmente e davvero gratis l’accesso all’ovale di Villa Borghese per tutti. Salvo i palchi degli sponsor naturalmente. Già ma poi come si farebbe a distribuire i biglietti omaggio, caratteristica della Capitale e dei “potenti” romani…?