Maria Gabriella Incisa di Camerana: una vita per i cavalli
È difficile sintetizzare la personalità di Maria Gabriella Incisa di Camerana in poche parole.
L'ho conosciuta attraverso i disegni dei suoi bambini speciali esposti in vendita a Fieracavalli 2016, nell'ambito del progetto "Blue Horses – Le chevau en bleu", per raccogliere fondi e permettere a piccoli pazienti con pochi mezzi economici di partecipare gratuitamente alle sedute di zooterapia nel suo centro ippico tunisino di Mahdia, e sono stata subito catturata dal suo carisma.
Gabriella lasciò l'Italia e la sua famiglia in Piemonte a 35 anni per stabilirsi in Tunisia, dopo quella che doveva essere una breve vacanza. Lì, il destino le fece incontrare Onci, un meraviglioso cavallo berbero dal mantello niveo, il cui nome significa "colui che allevia la tua solitudine". Gabriella era un'ottima amazzone e diede vita a un centro ippico turistico. Ma il destino aveva previsto altro per lei: gli Arabi usano l'espressione "maktoub" per indicare "ciò che è scritto" ed è riservato a ciascuno di noi.
Un giorno arrivò al maneggio una bambina tedesca di nome Diana affetta da gravi patologie che ne limitavano movimenti e parola: grazie alla collaborazione di Gamil, un altro cavallo dal mantello chiaro, la ragazzina sbocciò per riprendere in mano la sua vita. Gabriella incontrò Diana per tre estati consecutive e, ogni volta, vedeva gli effetti benefici dell'attività a contatto con i cavalli sulla ragazza che, alla fine, le regalò una coccarda vinta in Germania in una competizione equestre per ragazzi diversamente abili, rivelandole che apparteneva a lei e Gamil, ringraziandola per quello che aveva fatto.
Questo l'evento che portò Gabriella ad abbandonare l'attività sportiva e a impegnarsi per sviluppare un progetto a sostegno di bambini e adulti, un tempo definito Pet Therapy e oggi Interventi Assistiti con gli Animali.
Il progetto elaborato da Gabriella si chiama Zoo.ani.mec.
Qui, gli animali svolgono il ruolo di mediatori terapeutici integrando esercizi di ispirazione ergoterapica e cognitivo-comportamentale, a differenza della tradizionale ippoterapia. Non si basa sulla semplice presenza dell'animale che regala serenità, ma presuppone un team che progetta l'intervento presso un fruitore finale che può essere un bambino autistico, dislessico o affetto da turbe alimentari, come un anziano con Parkinson o un carcerato. L'animale non partecipa come strumento inanimato ma media l'intervento che il terapeuta vuole svolgere sul paziente. L'ergoterapia è un termine per indicare quelle terapie che vanno a "guarire" o a rimettere in sesto delle motricità che una persona ha perso o che non ha mai avuto.
Nel caso dell'autismo, molti bambini presentano il pollice non opposante, cioè non collegato con delle sinapsi neuronali, che non lavora in maniera corretta e, quindi, non può eseguire quelle attività che presuppongono la presa prensile degli oggetti come scrivere, pettinarsi, mangiare con le forchette o giocare con oggetti piccoli. Nel metodo Zoo.ani.mec si integrano o si aggiungono agli esercizi classici di ginnastica in sella tutta una serie di giochi e attività psicomotorie tipiche della ergoterapia.
Gabriella ha sempre aperto il suo centro equestre a tutti, soprattutto alle famiglie di bambini e adulti non abbienti, raccogliendo fondi con diverse iniziative.In Tunisia si è trovata a costruire giochi e strumenti didattici con materiale di riciclo, in parte per mancanza di fornitori e in parte per motivi economici, permettendo così la loro fruizione a un numero di utenti più ampio possibile, insegnando loro che è possibile divertirsi usando la creatività per trasformare oggetti ordinari in giochi coinvolgenti.Sono innumerevoli gli strumenti, assemblati grazie alla fantasia di Gabriella, presenti al Centre Hippique di Mandia e utilizzati per le attività con gli animali ma anche per laboratori ludici a cui partecipavano i bambini con le loro famiglie.Gabriella è sempre stata un vulcano di idee.
In occasione della giornata internazionale dell'autismo che si celebra il 2 aprile ha lanciato l'iniziativa BLUE CONNECTION coinvolgendo, ogni anno, sempe più centri ippici italiani ed europei nello svolgimento di manifestazioni illuminate dal blu, il colore simbolo dell'autismo. Gabriella ha creato una connessione virtuale al fine di informare ed educare il pubblico, diffondere gli interventi assistiti con gli animali ma, soprattutto, per unire le persone e dar vita ad una integrazione sociale delle diverse disabilità. Un'occasione per combattere quei pregiudizi che, per i soggetti colpiti e le loro famiglie, rappresentano il principale ostacolo all'effettiva inclusione nella comunità.
Un'altra sua iniziativa è quella di Horse Painting, basata sul gioco e l'arte in cui grandi e piccini, artisti e neofiti, vengono messi in condizione di interagire in maniera divertente, stimolante e poliedrica con i cavalli.
Gli artisti dipingono le opere sulle coperte posate sui cavalli, entrando in contatto con le emozioni dell'animale. I ragazzi li imitano, utilizzando le mani con colori atossici in un gesto che stimola la creatività e, allo stesso tempo, aiuta a percepire il mondo fisico in maniera positiva: sporcarsi e toccare con le mani è un'esperienza che aiuta a costruire un personalità sana e a superare le difficoltà di alcune patologie. I bambini avvertono la fisicità del cavallo, relazionandosi con lui in modo sereno, diventando consapevoli del rapporto di amicizia che si può instaurare. A sua volta il cavallo sente la pennellata come un massaggio e la vicinanza umana come momento rilassante.
Nonostante la distanza fisica, in questi anni Gabriella è riuscita a unire le due sponde del Mediterraneo, la Tunisia e l'Italia, grazie al cavallo, le arti e la scienza come mezzi di comunicazione, creando un ponte con la forza del cuore, trasmettendo le conoscenze apprese a coloro che lavorano quotidianamente con gli animali a favore della disabilità, regalando speranze a molte famiglie e creando occasioni concrete di interazione. Il suo impegno, i sacrifici e la passione le hanno permesso di raggiungere risultati che ha generosamente condiviso e stimolato.
Gabriella era particolarmente affezionata ai suoi animali: i levrieri berberi - gli Sloughi - cani dolcissimi in via di estinzione, che usava per interagire con i pazienti, e generazioni di gatti che trovavano rifugio nelle scuderie.
I cavalli, invece, appartengono a un'antica razza di pony, i Mogods, minacciata di estinzione, di cui esistono solo duecento esemplari. Sono i discendenti dei cavalli usati dai Numidi, gli alleati di Annibale, la cui cavalleria costituì un fondamentale aiuto nella battaglia di Canne del 216 a.c. Una battaglia studiata ancora oggi nelle scuole militari perchè considerata un capolavoro di tattica dato che le forze di Annibale, numericamente inferiori, riuscirono a sconfiggere quelle dell'esercito romano con una manovra di accerchiamento "a tenaglia" in cui gli agili pony Mogods ebbero un ruolo decisivo. Il maneggio di Gabriella si trova proprio nel quartiere dove, nell'antichità, si trovavano le scuderie di Annibale.
Gabriella mi ha raccontato le storie di molti di loro: Caid, affetto da sindrome di Wobbler e sua mamma Houria, il biondo Driss, Fiat e tanti altri. Sono dei cavallini in miniatura, snelli ed eleganti.
Maria Gabriella ha dedicato la sua vita per proteggere queste razze e far sì che le loro qualità fisiche e caratteriali non andassero perdute, utilizzandole nelle attività di zooterapia.
Gabriella ha ottenuto molti riconoscimenti in Tunisia, ed è stata insignità di importanti premi dall'Ambasciata Italiana e dal governo tunisino per l'opera svolta.Ora è importante che la sua eredità, oltre a vivere nei cuori di coloro che hanno condiviso il suo percorso, non scompaia.Occorre attivarsi affinchè siano conservati e tramandati i suoi studi e metodi educativi ma, anche, per garantire un futuro agli animali del Centre Hippique di Mahdia che, senza la presenza di Maria Gabriella, ora più che mai hanno bisogno di protezione.
Per questo restiamo a disposizione per eventuali iniziative a loro sostegno.