Risoluzione del Parlamento Europeo sulle cure da prestare agli equidi
E’ stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale Europea (2018/C 263/06) la “Risoluzione del Parlamento europeo del 14 marzo 2017 sulla responsabilità del proprietario e cure da prestare agli equidi” (procedura: 2016/2078 (INI))
Tale Risoluzione affronta a 360 gradi i molteplici ruoli e le diversificate finalità degli equidi, esortando la Commissione Europea a pronunciarsi normativamente sulla tutela del benessere degli equidi nell’allevamento, nello sport, nel lavoro, nella produzione di alimenti, nella sicurezza delle carni, nelle cure veterinarie e nel superamento del “tabù di finne vita”.
Significativo il preambolo della risoluzione che esordisce ricordando l’articolo 13 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE), il quale stabilisce che gli Stati membri tengano pienamente conto delle esigenze in materia di benessere degli animali in quanto essere senzienti e che nonostante l’insieme delle normative europee riguardanti la protezione degli animali nell’allevamento, nel trasporto e nell’abbattimento, le riscontrate lacune della tutela del benessere degli equidi a livello sportivo, lavoro, trasportati e di quelli avviati all’abbattimento, necessitino di un maggiore rigore dei sistemi di vigilanza e di attività di sensibilizzazione, formazione e aggiornamento di tutti gli attori che gravitano intorno al pianeta equidi.
La Risoluzione, considerando che la popolazione stimata di 7 milioni di equidi nell’UE svolge funzioni altamente diversificate (agonismo, sport, istruzione, lavoro, latte, carne, ricerca, turismo, terapie comportamentali, riabilitative ed educative), ribadisce che le questioni relative al benessere animale devono essere al centro di tutte le attività equine.
Considera, altresì, che anche per gli equidi, animali sociali con capacità cognitive e forti legami affettivi, è giunto il momento di superare il “tabù del fine vita”, così come è opportuno e necessario elaborare orientamenti europei sulle buone prassi nel settore equino, indicatori di benessere convalidati, includendo l’allevamento responsabile e la carta europea del turismo equestre sostenibile .
La Risoluzione prende atto della crescita della produzione di latte equino e di asina ed invita a pubblicare orientamenti sulla produzione di latte equino e d’asina, ricordando la differenza in termini di requisiti sanitari imposti sulle derrate alimentari degli equidi prodotte in Europa rispetto a quelli applicati su quelle importate da paesi terzi.
Il documento ufficialmente indirizzato al Consiglio e alla Commissione europea, riconosce l’alto valore ecologico e di biodiversità genetica delle popolazioni di equidi locali e selvaggi e sollecita iniziative di sostegno, tutela e valorizzazione della biodiversità del genoma degli equidi.
Significativo appare il passaggio della risoluzione nel quale, rilevando che il prezzo dei farmaci per uso veterinario, il costo dello smaltimento delle carcasse e quello dell’eutanasia (dove consentita), possono rappresentare un ostacolo in sé alla conclusione del ciclo di vita degli equidi, determinando un prolungamento delle sofferenze, invita gli Stati membri a condurre indagini sulle denunce di pratiche disumane nel corso dell’eutanasia e di violazioni del benessere nell’uso improprio di farmaci, senza escludere l’ingresso nella catena alimentare degli equidi non DPA mediante un sistema di “periodo di attesa” basato sulla più rigorosa ricerca scientifica.
Il Parlamento europeo esorta, infine, la Commissione ad ampliare le risorse formative sul benessere animale nelle aziende agricole, nei maneggi, presso le organizzazioni professionali specialistiche e non (veterinari, allevatori, proprietari, federazioni e associazioni sportive e dilettantistiche), sottolineando l’importanza della formazione e dell’informazione per aumentare la consapevolezza e la responsabilità nella gestione del secolare rapporto con gli equidi.
*Professore Ordinario di Etologia veterinaria e Benessere animale, Dipartimento di Scienze veterinarie, Università degli Studi d Messina.