Scritti Equestri di Francesco Amalfi: ne parliamo con Daria Fantoni
È stato pubblicato, nel mese di marzo 2024, dalla Zoraide Editore, a firma di Mario Gennero, il libro " Scritti Equestri" di Francesco Amalfi, che fu cavaliere, soldato, maestro d'equitazione, nato a Sant'Agnello, Napoli, il 2 ottobre 1883 e morto a Roma, l'11 dicembre del 1968, e sepolto a San Mauro Torinese. Simbolo di coraggio e dedizione nella cavalleria italiana del novecento, la sua essenza si proietta nel secolo successivo al suo, attraverso questo libro, dedica e tributo sentito di Daria Camilla Fantoni, che fu per 8 anni giovane allieva nella disciplina del salto ostacoli, prima di diventare l'amazzone dressagista che tutti conosciamo, 5 volte campionessa italiana e con all'attivo, 3 partecipazioni olimpiche.
Abbiamo parlato con Daria in intervista, di questo testo sul Gen. Amalfi, omaggio che ci ha colpito non poco. Ecco cosa ci ha raccontato ...
"Avevo a casa ben conservati degli appunti che erano stati preparati proprio da Amalfi, una altra tranche me l' aveva portata la figlia Raffaella, qualcosa risaliva all'epoca delle mie lezioni con il Generale. Sono stata sua allieva per ben 8 anni, e dopo il lavoro a cavallo, mi consegnava dei fogli preparati da lui, per ripetere o approfondire qualche argomento. Il materiale complessivo era bello corposo, risaliva alla sua vita e carriera equestre. Era davvero un bel malloppo di fogli, scritto a mano, abbastanza problematico, a volte da interpretare e decifrare, per via della calligrafia e della foga con cui era trascritto il pensiero su carta. Mario Gennero, cultore equestre, scrittore, giudice di salto ad ostacoli, autore, ha lavorato a questi appunti dal novembre al febbraio 2024 pian piano ha analizzato, assemblato, studiato il testo, qualche volta ho dato qualche consulenza e conforto in merito a qualche parola che non sembrava chiara per via della grafia. Devo dire che è stato davvero un grande e buon lavoro effettuato dall'ottimo Mario Gennero, ne è venuto fuori un testo che reputo essere fonte di saggezza, di conoscenza ed arte equestre."
Concretamente, il libro come è stato realizzato?
"L'idea ed il materiale originale è mio. L'opera è stata finanziata e realizzata da Mario Gennero, che ha trovato questa casa editrice, Zoraide Editore, in Puglia, che ha stampato il manoscritto. Alla fine io compro i libri e li divulgo per ora in attesa di presentare l' opera. La cosa importante da sottolineare, è che quello che Amalfi ha scritto, è stato riportato testualmente sul libro, esattamente come sugli appunti. Forse saranno state aggiunte 2 o 3 virgole"
Parlare del Generale Amalfi oggi: che valore ha, che eredità ci ha lasciato attraverso gli scritti ed i suoi allievi e quale può essere la greencard sempre viva e moderna delle sue intuizioni e convinzioni tecniche?
"Lo stesso libro lo chiarisce benissimo, tutta la vita di Amalfi fatta di esperienze, conoscenze, contatti, confronti, viaggi, approfondimenti è una greencard per il futuro. Il grande Maestro è venuto a contatto con della figure equestri molto importanti, soprattutto in Germania. In Italia ,come sempre succede con le personalità innovative, non era molto amato questo tecnico, soprattutto da una parte dell'ambiente militare in sé, che comprendeva persone poco preparate ed ignoranti. Amalfi ha lavorato 2 anni e mezzo in Ungheria, a 50 km da Budapest, come consulente tecnico alla scuola di Orkény. Li era stato invitato da alcuni militari ungheresi per approfondire le conoscenze sulla disciplina del salto ad ostacoli. In tale scuola, ha potuto imparare ancora, apprendere ed approfondire da questi militari ungheresi, che in campo equestre erano molto più preparati e colti dei nostri militari. L' apprendimento è stato effettuato adoperando anche i cavalli lipizzani, per cui vi era molto riferimento agli schemi e metodi della scuola spagnola di Vienna. La tecnica classica vale per sempre, è una matematica, per sempre precisa, durevole, incontestabile ".
Ci colpisce molto la tua dedica a questo Maestro. Cosa rappresenta per te questa figura equestre non solo tecnicamente, ma anche per la tua identità personale, nonché di atleta e campione che ha rappresentato il nostro paese in tutto il mondo,dopo con il Dressage?
"Ho lavorato, ribadisco 8 anni con Francesco Amalfi, dalla fine dei miei 18 anni ai 26. Lui aveva 76 anni. Per me non è stato solo l'istruttore di equitazione, ma un maestro di vita, una guida, un punto di riferimento, un esempio. Era un uomo eccezionale. Aveva delle intuizioni moderne ed innovative e tutto quello che aveva previsto, si è avverato. Uomo molto difficile, come tutte le persone con un genio particolare, però impersonava , incarnava la filosofia del cavallo e della vita in generale "
Ma il dressage Daria, nella tua vita di allieva, quando arriva?
"Dopo di lui io ho continuato l'attività equestre col salto ostacoli, poi per 10-11 anni ho montato in corsa, grande lezione per il concetto di contatto, e poi bel 1976 a 34 anni, ebbi l'occasione di comprare, da Fausto Puccini, un vecchio cavallo di nome Mylord, un purosangue livello Grand Prix. È stato questo soggetto che mi ha permesso di approcciare il dressage di vertice"
Ci saremmo aspettati da te, onestamente, un libro sui Maestri del dressage, non so Theodorescu o Tempelmann. Come mai, tu che sei uno dei dressagisti olimpici italiani, fondatori della disciplina nel nostro paese, scrivi di un tecnico del salto ad ostacoli e soprattutto Caprilliano?
" In primo luogo, ci tengo a precisare, che Amalfi non era un Caprilliano. Non era né contro, né a favore di Caprilli. . Tutti gli allievi che venivano a Pinerolo, tedeschi, russi, americani, inglesi, francesi, inserivano la nuova intuizione di Caprilli, all'interno del loro sistema di lavoro, inteso come messa in mano ed equilibrio del cavallo, ad esempio, i tedeschi, e di conseguenza poi ci battevano! Quanto alla dedica...io non ho scritto niente. Questo libro lo ha scritto il mio maestro natio di Sorrento. Io ho solo conservato tutto il suo materiale cartaceo, e l ho dato alle stampe. Un pó glielo avevo promesso. È un tributo, un omaggio, ho solo portato a compimento un lavoro che aveva fatto lui. Lui spesso mi dava molte indicazioni a voce. Era contrario all'idea di scrivere un libro, se ne erano già scritti tanti ai suoi tempi. Tra l'altro, chi legge un libro di equitazione è una persona che già conosce la tecnica pratica e desidera fare un ripasso. Invece un giorno mi disse" il libro, lo scriverai tu, quando moriro". In realtà lo aveva scritto lui tutto da solo. Questo è il mio dono da allieva ad un uomo molto particolare ".
La punta dell'iceberg della tua carriera e vita equestre è il dressage Grand Prix. Quanto c è nell'insegnamento di Amalfi, che è confluito, ha permeato e costituisce la base solida di questa disciplina nobile di vertice?
"Posso dire di aver compreso gli insegnamenti di Amalfi, dopo che lui era morto. L'ho capito nel tempo, attraverso la comunicazione, l'esperienza, la sensibilità, i cavalli me l'hanno insegnato, l'amore per questi magici animali, la maturità equestre. Io dico l'arte equestre e non il dressage. Il dressage è uno spicchio, una fetta dell'arte equestre, se vogliamo è anche una brutta parola. Il dressage è una preparazione atletica, è la ginnastica artistica del cavallo, un addestramento di base conforme alle altre discipline. Sarà il tipo di cavallo che si ha tra le mani a fare la differenza: quello che ha attitudine al salto, salterà meglio, quello da corsa, correrà meglio in ippodromo, e quello dotato di 3 belle andature, e memoria si esprimerà in dressage, con l'equilibrio giusto, un corpo che funziona come atleta, con una giusta muscolatura, e così avremo ottenuto un cavallo più longevo e che si infortunerá di meno."