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Ho letto con interesse e preoccupazione l’intervento di Maurizio Soverchia dal titolo "La nostra ippica ormai naviga verso il nulla", con passione e speranza il libro di Raffaele Cherchi “L’ANGLO ARABO” e, da quando esiste, seguo Cavallo 2000, con i cui responsabili mi complimento per non essere mai venuti meno alla loro missione, dando spazio e visibilità a tutti gli attori e interessati del sistema ippico-equestre.
Gentile Direttore,
Il tempo Pasquale, che ci ricorda un evento straordinario di circa 2000 anni orsono, fa sperare ancora in un risorgimento dell’ippicoltura italiana e mi ha regalato, oggi 24 aprile 2019, una giornata straordinaria all’Ippodromo di Ozieri Chilivani in mezzo ai cavalli ed agli addetti ai lavori.Gentile Direttore, Ho letto l’articolo del 02 aprile u.s. “Coordinamento, appello alla filiera perché superi ...la follia!!!!” di Attilio D’Alesio, come sempre molto attento, simpatico nella rappresentazione ironica dell’unità degli italiani e, nel particolare, degli ippici italiani.
Purtroppo la situazione è veramente paradossale e dal lontano 2008 ad oggi l’ippica italiana sta andando a “ramengo” ....Riceviamo e volentieri pubblichiamo "Illustrissimi Presidenti e signor Ministro,
signore/signori che vi interessate a vario titolo dei problemi della nostra Italia e, nel particolare, siete interessati per missione, per lavoro, per amore o solo per dovere civico, al nostro amico cavallo, amico anche di tanti che neppure si rendono conto della sua importanza.
Considerata la situazione, dopo oltre un anno, quindi, riteniamo essenziale ricorrere ad un’altra lettera aperta per riportare/portare alla Vostra attenzione la situazione drammatica che sta vivendo l'ippica e più in generale l'ippicoltura italiana, ad iniziare dall'allevamento del cavallo.
Gentile Direttore, ho letto con molta attenzione l’intervento di Attilio D’Alesio e l'ho trovato propositivo verso un ragionamento serio, considerato che oggi si parla di privatizzazione e troppo spesso si pensa di andare a prendere soldi pubblici e utilizzarli per obiettivi che non hanno finalità chiare e trasparenti. Tant'è vero che al momento nel settore ippico il finanziamento pubblico è chiamato sovvenzione e non viene considerato, come invece dovrebbe essere, investimento.
Riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera dell'ANACAAD al Sottosegretario Castiglione
Finalmente leggiamo qualche nota positiva riguardo il montepremi, le provvidenze all'allevamento e gli ippodromi. Quindi, grazie e speriamo anche in un'equanime ripartizione.Lettera aperta dell'ANACAAD al Presidente della Repubblica
Al Presidente del Governo Italiano
Al Presidente del Senato della Repubblica
Al Presidente della Camera dei Deputati
Al Presidente della Regione Autonoma della SardegnaIllustrissimi,uno Stato equo e governato da persone intelligenti non può abbandonare il comparto ippico, in primis per la sua importanza nell’economia rurale, quindi, se giustamente sostenuto con un’appropriata fiscalità di vantaggio e finanziamenti adeguati che possano consentire agli investitori privati serie programmazioni, per l’economia reale di tutti i settori produttivi del nostro Paese e per l’erario.
Lettera aperta dell’Anacaad agli operatori ippici e per conoscenza ai Presidenti di Camera e Senato e al Presidente del Consiglio “Ormai da troppo tempo e per cause diverse, non si riesce a trovare una linea comune, o almeno condivisibile, per rappresentare le medesime problematiche in maniera chiara e unitaria. Stiamo compromettendo il nostro lavoro e con atteggiamenti contradditori, talvolta per ragioni di mera camarilla, il futuro allevamento italiano del cavallo e, quindi, pregiudicando prospettive di lavoro per le giovani generazioni.