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PARIGI. La freccia puntata verso il cielo, sempre più in alto, dove nessuno può arrivare, sognando quella gloria che poche hanno conosciuto tra le femmine volate coi loro zoccoli dorati sul Bois de Boulogne. Enable, ancora e sempre lei, due su due nell’Arc, una carriera senza confronti, la regina assoluta del turf, grande e inarrivabile anche nel suo secondo tentativo nel summit più atteso del galoppo autunnale. Meno devastante, forse, del 2017 a Chantilly, ma capace di sottrarsi con rabbia e disperazione alla punta velenosa di Sea of Class, la perla del Velino, giunta a un soffio dalla storica impresa. Buon sangue non mente, Enable una roccia contro cui si sono infranti i sogni...
Lungo l’argine del tempo si colora di nuovi trionfi la strada dorata del team Botti nelle classiche italiane, Parioli e Regina Elena in sequenza, Alduino e il giovane Endo su tutti in un pomeriggio indimenticabile, come ai bei tempi quando Over, col vessillo della Novella, regalò allo special one del nostro galoppo la gioia più grande nelle 2000 Ghinee romane, ed Erin Bird svettò sul miglio delle femmine con in sella Edmondo, al settimo cielo perché nemmeno lui credeva in quella prodezza...
La signora in verde non teme rivali, conquista anche Parigi, dopo la gloria di Epsom, di Ascot, di York, una vittoria annunciata, un’esibizione limpida e travolgente, una cavalcata senza respiro che la incastona nel Gotha del galoppo mondiale; più in alto di Three Troikas, di Akiyda, di San San, celebrate come rarità nella cornice incantata del Bois, della mitica Allez France che alla prodezza nell’Arc approdò con qualche filo d’argento nella criniera.
Enable è la nuova etoile della Ville Lumiere, folgorante e impeccabile, mite e riservata, una che non mette su arie per aver trafitto brutalmente gli avversari nelle King George, soltanto lei grande e inarrivabile...MERANO. Non si è visto per tre quarti di gara, nascosto nel gruppo in vigile attesa, ma il finale è stato un’esplosione di forza a di impeto incontenibile da parte di Al Bustan, splendido esemplare di saltatore raccolto, brillante sugli ostacoli e nel tratto conclusivo vittorioso tra un subisso di applausi del 78° Gran Premio di Merano.
Sole e tribune gremite anche quest’anno per la grande kermesse d’autunno, tutti in attesa di salutare il nuovo eroe di questa classica dell’ostacolismo mondiale che ha consegnato alla storia in epoche differenti fior di campioni della specialità, leggende indimenticabili. E Al Bustan in effetti, di soli 7 anni, può ripetersi...
MERANO, Non mette le rughe il Gran Premio di Merano, prova clou ell’ostacolismo nazionale, vertice della specialità nella conca di Maia, severo e pieno di insidie, non proprio un Grand National dove la fatica è tremenda, e nemmeno l’arduo cimento di Pardubice, ma col suo fascino e la sua durezza: un percorso che sembra non finire mai, 5000 metri che tengono il pubblico col fiato sospeso fino all’ultimo guizzo del vincitore salutato da un boato d’applausi...
MILANO. Il bianco-rosso di Dormello che torna a brillare sul verde di San Siro, una lunga storia d’amore mai finita, perché ai quei colori è legata la nostra giovinezza, i nostri sogni, le nostre più accese speranze, e il rivederli svettare sul traguardo, è ogni volta una recherche appassionata, un riannodare la storia, che ci ricorda tante figure leggendarie portate via dal tempo, indissolubilmente legate a quei colori: Federico Tesio, Mario ed Enrico Incisa, Vittorio Ugo Penco, Enrico Camici...
Battersi fino all’ultimo con impegno e passione, i cavalli nel cuore, la voglia di emergere e primeggiare su tutti, negli anni della giovinezza e anche dopo, un solo obiettivo da raggiungere: le 1000 vittorie. Pinuccio Molteni il principe dei gentlemen italiani se ne è andato nella sua Varese (era del 1929) lasciando nei ricordi una carriera da sogno, il numero dei successi in primo luogo, ma anche tanta signorilità, modi garbati, stile e classe nel montare e una foga, un impeto, che lo mise presto in luce tra i cavalieri del suo tempo, una generazione di fenomeni...
La vita comincia ogni primavera sulle verdi distese del Suffolk quandoe Ghinee chiamano a raccolta i galoppatori di 3 anni in odore di classiche, campi selezionati, qualità distillata come in nessun’altra parte del mondo, e Aidan O’Brien che ancora una volta fa il pieno nella duplice sfida di maggio, Churchill a segno con qualche affanno tra i maschi e Winter che semina le femmine lasciando a 2 lunghezze l’attesissima Rhododendron.
Non esulta il genio irlandese, ma sorride ugualmente, all’ottavo vincitore nelle 2000 e ora alla prese con la grigina tutta pepe cedutagli in eredità, si fa per dire, da David Wachman...