Cavalli in carcere, raccontano
Per quattordici anni, lì dentro, nel penitenziario di Bollate, carcerati e cavalli si sono presi cura gli uni degli altri. Gli uni occupandosi, forse per la prima volta in vita loro, del benessere di qualcuno. Gli altri trasmettendo l’immediatezza della loro naturalità animale. Il tutto sotto il controllo e il coordinamento, più che vigile, di un operatore esperto come Claudio Villa. Un modo come un altro per contrastare l’immobilità del tempo dietro le sbarre? Certo. Ma, forse, anche qualcos’altro. Pare che più di qualche detenuto debba proprio a questa esperienza l’aver trovato, finalmente, un modo di stare al mondo accettabile e accettato.
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