Arezzo, riflessioni dolci amare a bordo campo
Nei giorni scorsi sono stata ad Arezzo ad assistere alle gare dei cavalli giovani ed al talent, e nel trascorrere delle ore durante le giornate di gara, ho avuto modo tra me e me di fare delle riflessioni. Sono stata in passato un’amazzone che ha raggiunto dei discreti risultati sportivi, oggi sono una appassionata che segue le vicende del salto ostacoli con interesse.
Negli scorsi anni sono stata contenta ed ho commentato favorevolmente le vicende della nazionale italiana sotto la guida di Roberto Arioldi prima e di Duccio Bartalucci poi , senza mai esprimere apprezzamenti critici quando qualcosa non è andato per il verso giusto. Questo atteggiamento l’ho voluto mantenere anche in questi ultimi mesi, nei confronti di Marco Porro, anche se è evidente che il suo spessore tecnico e l’esperienza a confronto dei due tecnici precedenti non siano le stesse. Così ha scelto la federazione, e ci auguriamo che Marco Porro anche e soprattutto facendo tesoro delle sconfitte impari in fretta il mestiere… Ma veniamo al dunque, semplicemente, nel ricevere informazioni e commenti sulla nostra attività internazionale come squadra, mi piacerebbe non essere trattata da stupida. Per mesi non si è sentita mai a commento delle prestazioni e dei risultati nessuna voce di quelle che forse avrebbero dovuto spiegarci cosa stava accadendo realmente (presidente, direttore sportivo, tecnico).
Per uscire dalle opinioni, dove è legittimo che ognuno abbia la sua personale, i primi mesi del 2022 basandoci sui numeri sono stati purtroppo assai negativi . Infatti abbiamo partecipato a 13 competizioni a squadre (mondiale compreso), in una circostanza abbiamo vinto (Atene battendo Grecia Bulgaria e Romania) nelle altre 12 siamo arrivati nella seconda metà della classifica, e tre volte, che rappresentano il 25% addirittura ultimi… E per il campionato del mondo, dove la classifica di squadra è stata 13º posto su 22, è stato fatto passare il messaggio di una prestazione molto positiva. Si è accostato per riscontri positivi questo campionato del mondo ad altre due edizioni molto lontane nel tempo quella di Roma 1998 e quella di Jerez 2002. Per chi ha la fortuna come me di avere un’età che gli ha fatto vivere quelle edizioni e anche aver conservato la memoria , questo accostamento è sembrato alquanto audace. Nel 98 a Roma fummo settimi nella classifica a squadre combattendo fino al quarto percorso del secondo giro per la medaglia di bronzo. avemmo Govoni Smith, Dominici nei primi 25 della classifica individuale. A Jerez nel 2002 ottavi in classifica a squadre, ancora tre cavalieri nei primi 25. (Govoni-Smith -Grossato ) con Govoni quinto nella classifica individuale a 0,25 penalità dall’entrare nella finale a quattro.
A parte il riferimento specifico alle due edizioni dei campionati del mondo tutto il periodo che va dal 1998 al 2005 compreso ritengo vada preso in considerazione nel suo insieme quale un periodo piuttosto positivo. Vittoria nella finale delle nations cup a Donaueschingen 2002 podio a Roma 2000 (terzi) e Barcellona 2003 (secondi). Qualifica olimpica raggiunta al europeo 2003 con tre cavalieri in finale individuale,( Grossato-Bruno Chimirri-Airoldi) Olimpiade Atene 2004 ottavi a squadre, tre cavalieri nella finale individuale (Garcia- Bruno Chimirri - Airoldi) mentre in quella precedente di Sidney nel 2000 partecipammo con due cavalieri a titolo individuale, Govoni e Smith entrambi qualificati nei 25 della finale individuale.
Negli Europei 2005 a San Patrignano quarti a squadre e due cavalieri nei primi 10 individuali ( 6 Garcia 10 Heroldt) . Interroghiamoci del perché, un quadro tecnico stabile e gudicato competente (Bartalucci direttore tecnico e selezionatore, Horn coach ). A casa, in patria, c’era un circuito di eccellenza funzionante e funzionale che ha prodotto cavalli di livello elevato e assicurato un ricambio, gran premi Italia a 160 per la crescita di nuovi cavalieri e cavalli. Ora con tutto il rispetto e la considerazione per alcuni pregevoli percorsi eseguiti dai nostri cavalieri, in questa recente edizione mi sembra alquanto improprio paragonare quelle edizioni e quel periodo storico con quest’ultima di Herning. Lorenzo De Luca con autorevoli prestazioni si è classificato 13º individuale, ma lo stesso Lorenzo De Luca nella precedente edizione del 2018 a Tryon si era classificato settimo dopo essere stato addirittura in testa alla classifica dopo la seconda giornata. Il nostro secondo miglior cavaliere ha terminato il mondiale al 21º posto nella classifica finale, ma non omettiamo di dire che in realtà si era classificato al 30º posto, e che in ragione delle rinunce di ben nove cavalieri che lo precedevano ha potuto partecipare alla finale peraltro non riuscendo a scalare poi nessuna posizione in classifica. Volendo con buona predisposizione di animo si può anche affermare senza tema di smentita che rispetto all’edizione del 2018 dove la squadra non terminò la gara (quindi non classificata )il 13º posto di questa edizione costituisca un miglioramento. Quel risultato di Tryon fu determinato da situazioni fortuite e imponderabili, dal forzato ritiro per infortunio occorso sul primo salto nella prima giornata di gare a Chalou di Gaudiano e dalle imprevedibili due fermate di Tokyo sul muro, nella seconda giornata di gare. Il cavallo più performante nel mondo in quella stagione con 11 percorsi netti su 12 in coppa delle nazioni. Ma se quella fu una gara andata storta per la casualità di circostanze che a volte attraversa il nostro sport possiamo tranquillamente affermare che in quel momento comunque il nostro valore sportivo era senza dubbio altamente competitivo.
Poche settimane dopo infatti fummo quarti nella finale di Barcellona con 18 squadre in campo, mancando di un soffio la vittoria, con gli errori sugli ultimi due salti di Ensor e Lorenzo. Dire quindi che praticamente stiamo facendo schifo dal 2002, e solo ora ci sono dei segnali che ci stiamo risollevando mi sembra una interpretazione che bonariamente definirei molto forzata. Ma proviamo a guardare avanti, con ottimismo, la sorte finalmente sembra venirci incontro, la Svizzera, causa concomitanza coi suoi campionati nazionali, ha rinunciato a partecipare alla finale di Varsavia, un regolamento sul quale, fosse capitato a noi il ripescaggio di una nazione avversaria forte, avremmo a ragione avuto motivo di rimostranze , ci consente di partecipare quale Nazione subentrante . Per favore non propinateci però la favola che partecipiamo in qualità di nazione che ha vinto la precedente edizione, perché questo non è scritto in nessun regolamento. Andiamo con una squadra forte (Bucci-De Luca -Camilli-Pisani e presumo quinto Franchi), dobbiamo arrivare davanti a Spagna-Portogallo-Ungheria-Austria (quest’ultima, peraltro ci è arrivata davanti a Herning) l’impresa in particolare su una gara a livello 150 non sembra impossibile , ma ve lo chiedo prima per favore, se le cose andranno bene, come ci auguriamo, non scriviamo dei ”peana”che la stagione è stata positiva perché abbiamo centrato l’obiettivo stagionale, così come se malauguratamente dovesse andare male, non ricominciate a scrivere che in fondo non serve tornare in divisione 1, come avete fatto al indomani della mancata qualifica a Budapest. Cerchiamo di conservare dell’ equilibrio e casomai proviamo ad interrogarci su quali potrebbero essere delle strategie e dei progetti legati magari ai cavalli giovani ( e perché non Italiani?)per risollevare la nostra competitività.