Così grande e così fragile... il cavallo, il benessere
E anche Fieracavalli 2013 è passata… ce la ricorderemo, forse, come la Fiera anticrisi, con i suoi 158mila biglietti staccati. O forse come quella con il maggior numero di convegni dedicati, in modo più o meno diretto, al benessere del cavallo, malgrado i piaffatori compulsivi che ancora si sono visti fuori dai padiglioni (meno degli scorsi anni, a dire il vero: evidentemente anche l’evoluzione dei cavalieri procede per gradi e non per salti).
Benessere, dicevamo: del cavallo sportivo, del cavallo nelle manifestazioni e nelle rievocazioni storiche, del cavallo tout court. Benessere a 360 gradi, guardando a stabulazione, impiego di farmaci, trasporto, richieste di prestazione.
E poi il benessere (anche del cavaliere), raggiunto grazie a una corretta equitazione: se ne è parlato al convegno organizzato dalla Società italiana di arte equestre classica, che ha radunato medici umani e veterinari, osteopati, fisioterapisti, docenti universitari e gli esperti del centro di ricerca voluto da Siaec proprio per studiare gli effetti dell’equitazione sul cavallo e sul cavaliere.
Cavalli spinti molto vicino ai propri limiti strutturali, lesioni tendinee, arti stressati da sollecitazioni continue, unilateralizzazioni naturali non corrette sono tra gli problemi più diffusi nell’impiego corrente del cavallo. Nello studio presentato dall’Università di Teramo. Un allenamento moderato e di buon senso, rispettoso dei tempi e delle capacità del cavallo e mirato a dargli “corpo” ed equilibrio, potrebbe prevenire o limitare questi danni, ma cosa succede quando i danni ci sono già?
Infiltrazioni di antidolorifici ad libitum escluse, alla veterinaria tradizionale si vanno accostando altre pratiche: tra queste l’osteopatia, che in attesa di un riconoscimento propone a umani e (altri) animali trattamenti per riequilibrare posture e schemi motori lavorando sulla struttura osteo-neuro-muscolare. Al convegno intervengono gli esperti dello Still Osteopathic Institute, che illustrano l’ampio raggio di azione della loro disciplina.
Cavalli inciamponi, distratti, “spenti”…. E se fosse atassia da compressione midollare? L’ipotesi arriva dai fiorentini Dioscuri; l’associazione interprofessionale di fisioterapisti e veterinari presenta dati e possibili interventi quando si sospetti un’atassia e apre a una domanda che diventa cardine del convegno Siaec: quanto del benessere (o malessere) di un cavallo dipende dal cavaliere? E quanto il cavallo può influire sul benessere/malessere del cavaliere
Qualche risposta arriva dallo studio realizzato all’ospedale Sant’Andrea di Roma su venti cavalieri, divisi in due gruppi per attività riabilitativa. Efficaci sia la ginnastica posturale che la “Back school”, nel trattamento della lombalgia, utilissimo alla prevenzione – e più utile rispetto all’equitazione tradizionale - il metodi di equimozione e isodinamica sviluppato grazie agli studi della Siaec, hanno evidenziato i dati.
A partire dall’analisi della struttura e dei movimenti del cavallo il Centro Ricerche sull’equimozione e l’isodinamica deriva – e mette in pratica con il Metodo analogo – la necessità di fargli distribuire equamente il peso e sviluppare i posteriori attraverso l’aggroppamento, senza mai dimenticare come il cavallo sia “Unicus”: dalla punta del naso alla punta della coda, quello che accade in bocca si ripercuote sulla schiena ed ecco che il cavaliere, con le mani, le gambe, il bacino, modifica e gestisce gran parte del sistema motorio di chi lo trasporta.
Chiudono il convegno due casi di riabilitazione attraverso il Metodo di equimozione e isodinamica e la relazione del presidente Siaec, Giancarlo Mazzoleni, sulla diagonalizzazione del cavallo: un’alterazione può avere ricadute sulla corretta motricità dell’animale, portandogli patologie motorie.
Consapevolezza e cultura, questa la ricetta per interagire con il cavallo attraverso l’equitazione. Senza dimenticare quanto fragile sia questo grande animale.