Impiego asino I.A.A. valutazione idoneità, benessere, successo terapeutico
Nell’ambito dell’impiego degli animali come ausilio terapeutico ed educativo si ha sempre maggiore necessità di protocolli scientifici di riferimento per valutare l’idoneità dei soggetti che verranno utilizzati, il loro stato di benessere iniziale e per monitorare il loro comportamento durante le sedute con i pazienti umani. Gli studi riguardanti questo argomento hanno prevalentemente riguardato il cavallo, pervenendo ad un modello di valutazione degli standard nella selezione, nell’allenamento e nel mantenimento di cavalli impiegati specificatamente per la terapia per mezzo del cavallo (TMC), unitamente all’idoneità della conformazione, la qualità dell’andatura e del temperamento. Il rinnovato interesse verso la specie asinina riconosce una componente principalmente rappresentata dallo sfruttamento produttivo (latte), poi quella ludica (trekking someggiato), sociale (utilizzo nelle aree protette e nelle fattorie biologiche) e terapeutica (I.A.A.). Alcune più recenti indagini sulle caratteristiche comportamentali dell’asino hanno evidenziato che il rispetto delle peculiari componenti etologiche (omeostasi emozionale, spazio sociale, distanza di fuga, gruppo familiare) risulta fondamentale nella sua gestione in condizioni di cattività e che l’applicazione delle conoscenze sull’etogramma di Equus caballus L. non sempre trovano riscontro in quello di Equus asinus L. Molto esigue appaiono le indagine sugli eventuali effetti indotti dalle sedute di IAA a livello dell’organizzazione comportamentale dell’asino né risultano sperimentati protocolli di studio che, avvalendosi delle metodologie etologiche, consentano la valutazione oggettiva ed il monitoraggi degli indicatori di benessere. Ricordando, infatti, che il valore terapeutico o coterapeutico dell’utilizzo di un animale come l’asino – ma anche il cavallo il cane o il gatto – è strettamente connesso alla necessità di non alterarne i processi omeostatici emozionali che garantiscono l’efficacia relazionale animale- paziente, risulta del tutto evidente l’aspetto prioritario dell’integrità animale rispetto alle entusiastiche compartecipazioni ad attività terapeutiche, al fine di garantire l’idoneità delle interazioni sociali interspecifiche. Attraverso un modello etologico, messo a punto dal Laboratorio di Etologia veterinaria comparata del Dipartimento di Scienze veterinarie dell’Università di Messina, è possibile monitorare e misurare gli indicatori etologici dell’integrità emozionale dell’asino adibito a I.A.A.
La valutazione delle modalità di interazione degli animali con i pazienti è effettuata attraverso una scheda di valutazione degli indicatori etologici, ritenuti elementi significativi del livello di compartecipazione e/o di coinvolgimento empatico dell’animale durante gli I.A.A. Alcuni indicatori sono stati desunti dalla ricerca bibliografica in tema di etologia applicata alla pet therapy, integrati dalla misurazione delle interazioni olfattive/investigative/tattili asino-paziente, le tipologie di interazione sociale asino-asino ed i suoi atteggiamenti posturali (curiosità, accondiscendenza, minaccia e sottomissione). Il livello di espressione di ogni indicatore è dimensionato su una scala arbitraria, con range compreso tra un minimo di 0 ed un massimo di 3. Il gradiente numerico rappresenta livelli sempre più ottimali per l’efficacia del rapporto animale – paziente. Le chiavi di lettura prevedono la possibilità di un giudizio di sintesi, espresso in termini d’idoneità agli I.A.A., unitamente alla valutazione degli indicatori etologici riguardanti le frequenze comportamentali espressione della socialità tra pari, quando mantenuti nel gruppo familiare (grooming, autogrooming da mordicchiamento, da grattamento e da bagno di sabbia.
I risultati ottenuti durante il monitoraggio delle sedute di I.A.A., confermano la possibilità di utilizzo del modello quale criterio oggettivo guida nella scelta dei soggetti da impiegare da parte del medico veterinario e degli operatori e, soprattutto, al fine di garantire l’integrità dell’animale e la sicurezza degli operatori e dei pazienti. L’applicazione del modello negli I.A.A. ha evidenziato, infatti, la presenza di numerosi soggetti non idonei o per caratteristiche individuali o per caratteristiche di management.