Roma, allevatori da tutta Italia in onore di San Antonio Abate
Sarà ancora una volta una bella occasione di festa la mattinata di venerdì 17 gennaio 2025 a Roma ed in Vaticano: per la XVIII edizione della “Giornata dell’Allevatore” celebrata a livello nazionale, è previsto l’afflusso di migliaia di allevatori con le loro famiglie che si appresteranno ad onorare il proprio Santo Patrono, Sant’Antonio Abate, affiancandosi ai moltissimi pellegrini che dal giorno della apertura della Porta Santa in San Pietro stanno partecipando all’anno giubilare indetto da Sua Santità, Papa Francesco.
Dalle prime luci dell’alba, con l’arrivo degli animali che andranno a comporre la “Stalla sotto il cielo” allestita in Piazza Pio XII, di fronte al celebre Colonnato del Bernini, a partire dalle ore 9 i cittadini romani ed i turisti potranno ammirare da vicino una rappresentanza della zootecnia italiana: negli appositi recinti, una bella bovina di razza Frisona Italiana, “regina” delle vacche da latte ed una Pezzata Rossa Italiana, assieme ad un esemplare di Limousine, bovino dal classico mantello rossiccio; originarie delle nostre isole maggiori, la Sardegna e la Sicilia, le pecore di razza Sarda e le capre Girgentane, con le caratteristiche corna a ‘cavaturacciolo’. E poi ancora gli equini, con i cavalli Caitpr (Cavallo Agricolo Italiano da Tiro Pesante Rapido), Tolfetano e Romano, due razze che sono la tipica espressione della tradizione dei “butteri” laziali, ed ovviamente anche gli asini, in particolare quelli della razza Amiatina, il famoso “miccio” toscano. A completare la “Stalla sotto il cielo”, alcune razze di conigli ed avicoli vari, galli, galline ed oche.
La “Giornata dell’Allevatore” è realizzata dall’Associazione Italiana Allevatori-A.I.A. in collaborazione con le associate territoriali ed a fianco della Coldiretti, ed il programma, oltre all’apertura in Piazza Pio XII della “Stalla sotto il cielo” dalle ore 9 alle 14, prevede come momento centrale la Santa Messa all’interno della Basilica vaticana (ore 11, Altare della Cattedra), presieduta da Sua Eminenza il Cardinale Mauro Gambetti, Arciprete della Basilica Papale di San Pietro in Vaticano, Vicario Generale di Sua Santità per la Città del Vaticano e Presidente della Fabbrica di San Pietro, che a seguire impartirà la benedizione ad uomini e animali radunati in piazza.
Verrà riproposta anche la sfilata di cavalli e cavalieri, che muoveranno al termine della funzione religiosa dalla rinnovata Piazza Pia lungo tutta Via della Conciliazione, per raggiungere i partecipanti alla “Giornata dell’Allevatore” in attesa della benedizione. Quest’anno, ad allietare i presenti la Fanfara a Cavallo della Polizia di Stato, che eseguirà alcuni brani della tradizione musicale.
Tradizione antichissima e modernità
Sarà un’occasione per tener viva la tradizione antichissima, che si rinnova in molti comuni rurali del nostro Paese, dove ogni 17 gennaio, festa liturgica di Sant’Antonio Abate, ma anche nell’arco di un’intera settimana, si portano animali domestici e d’allevamento a far benedire sui sagrati delle chiese, o si accolgono i sacerdoti e altri ministri della Fede presso le aziende zootecniche, dove di frequente sono presenti statuette o immagini votive del Santo Patrono, a protezione del bestiame e degli allevatori. Sant’Antonio Abate, vissuto in Egitto tra il 251 ed il 356 dopo Cristo, attualmente sepolto in Francia, è considerato il fondatore del Monachesimo e spesso viene raffigurato con a fianco un maialino, cui si attribuiscono diversi significati simbolici. Tipico anche il bastone a forma di “tau”, impugnato dal Santo.
Accanto all’antica tradizione contadina, la “Giornata dell’Allevatore” sarà anche un’occasione per ribadire l’importante ruolo economico, socio-occupazionale e di presidio ambientale rivestito dagli allevamenti italiani.
“Siamo particolarmente felici di celebrare quest’anno la nostra festa in coincidenza con Il Giubileo della Speranza, ed invitiamo romani e turisti ad unirsi a noi allevatori ed alla Coldiretti per onorare il nostro Santo Patrono – affermano il presidente ed il direttore generale di A.I.A. Roberto Nocentini e Mauro Donda - . E’ per noi una piacevole consuetudine, ma vogliamo anche cogliere l’occasione per evidenziare l’importante contributo che l’attività di allevamento continua a fornire alla società moderna, garantendo la sicurezza alimentare, la presenza di attività umane ed economiche anche in territori difficili e marginali, contrastando la desertificazione ambientale e lo spopolamento. Inoltre, come giustamente sottolinea la Coldiretti, gli allevamenti italiani partecipano alla costruzione di un sistema di welfare a tutela dei più deboli. Ne è una prova evidente, ad esempio, l’affiancamento di alcune specie e razze di animali nelle pratiche terapeutiche a vantaggio di persone con varie difficoltà. Ribadiamo ancora una volta che la zootecnia, in particolare il modello italiano, non costituisce un problema per la salute umana o per l’ambiente, come alcune campagne mediatiche vorrebbero far credere, né tantomeno è la causa dei cambiamenti climatici. L’attività zootecnica è in continuo miglioramento, favorendo la gestione degli allevamenti con adozione di corrette pratiche agronomiche, adatte anche a tutelare il benessere animale. E’ un fattore di sostenibilità in quanto promuove forme di economia circolare, di risparmio energetico, per la valorizzazione e la manutenzione dei territori e dei pascoli, in particolare nelle aree interne del Paese. Non meno importante l’azione degli allevatori italiani, in quanto “custodi” della biodiversità animale, per la realizzazione di cibi sani e di qualità. La zootecnia non va in senso contrario alla modernità, molti giovani che lavorano nel nostro settore stanno introducendo tecnologie sempre più innovative, con l’accortezza di evitare ogni una pericolosa divaricazione tra Uomo e Natura, tra quanto è naturale e ciò che non lo è”.