Mens sana in corpore sano: sport equestri e concetto di benessere del binomio
Lo storico ingesso dello sport nella Costituzione Italiana (settembre 2023) nasce da un deciso impulso culturale che ha inesorabilmente condotto ad un cambiamento sul piano legislativo; occorre adesso che quanto ottenuto in Costituzione sul piano teorico, torni alla società in termini attuativi attraverso l’applicazione di quanto indicato dal legislatore.
E’ ormai appurato scientificamente che lo sport, a partire da quello dilettantistico, è fonte di benessere fisico e mentale ed il legislatore non può non aver tenuto conto del conseguente sgravio sul SSN (Servizio Sanitario Nazionale) che un approccio olistico alla cura della salute apporta: questo è senz’altro uno dei motivi per il quali lo sport si è meritato un posto nella Costituzione Italiana, preceduto naturalmente da una serie di studi e documenti che hanno corroborato il principio che praticare attività fisica regolare a qualunque età, (in condizioni di salute e anche in condizioni patologiche, ove possibile) significa fare una scelta di salute.
In particolare l’equitazione, da un punto di vista fisico, costituisce un vero e proprio allenamento total body e agisce positivamente su postura, capacità coordinative e condizionali (prevenzione traumi) e resistenza cardiovascolare (controllo e prevenzione anomalie).
Ma la salute, che governa il benessere, è fin dai tempi antichi considerata inscindibilmente legata agli aspetti psicologici (mens sana in corpore sano); in equitazione, oltre alla stimolazione della produzione di endorfine che osserviamo in ogni sport (con conseguente riduzione di ansia e depressione), ci sono tutti gli aspetti legati all’ambiente naturale e all’interazione con un animale, quali maggiore ossigenazione, rilassamento (in gran parte dovuto all’ambiente naturale e al movimento ritmico e sinusoidale del cavallo), controllo delle emozioni, gestione dello stress, consapevolezza di sé, sviluppo empatia e rispetto.
Non a caso nel 2015 il Ministero della Salute ha emanato le Linee Guida per gli IAA (interventi Assistiti con gli Animali) che, seppur afferenti ad un campo di impiego degli equidi diverso dallo sport, vanno ad ulteriore testimonianza degli effetti benefici sviluppati dall’interazione con un animale.
Una riflessione in più è d’uopo: in equitazione gli atleti sono due (il binomio) e se assumiamo come vero ciò che la Costituzione dice e cioè che lo sport è veicolo di benessere, sarà necessario che entrambi gli atleti coinvolti nell’alleanza del binomio siano investiti da quest’onda di benessere derivante da una corretta pratica sportiva: lo sport come portatore di benessere per tutti gli atleti, non può dunque dimenticare l’atleta cavallo.
E’ chiaro che sull’equitazione vista sotto questa lente d’ingrandimento si apre un discorso molto ampio sull’atleta cavallo che riguarda i corretti metodi e strumenti di addestramento e allenamento, ma anche l’alimentazione, la stabulazione e la gestione della socialità: entriamo qui nel vasto campo del benessere animale, tutelato da questo articolo in maniera indiretta (anche se solo per il cavallo in quanto atleta); parimenti alla parte umana del binomio, anche la metà equina necessita di una gestione oculata ed a 360°, in modo che il cavallo sia tutelato nella sua individualità e nei suoi bisogni specie specifici di cui il benessere costituisce concetto riassuntivo ed al quale va naturalmente aggiunta tutta la parte di gestione sportiva.
Su questa stessa modifica all’articolo 33 e sulla promozione del benessere psicofisico occorre fare ancora una riflessione: lasciamo per un attimo da parte lo sport di vertice e le performances dei grandi campioni e poniamo il focus sulla ricerca del benessere di ciascuno e sull’uso dello sport in un senso molto vicino al servizio alla persona; è chiaro che questo fine è perseguito dalla maggioranza degli atleti di ogni disciplina e coinvolge quindi i grandi numeri e non solo gli “eletti” all’apice di una specialità; nell’era dell’intelligenza artificiale è facile intuire che la necessità di ritrovare il proprio benessere attraverso il movimento ed il contatto con la natura, diventa una condizione necessaria, quasi di sopravvivenza della specie; senza questo il nostro futuro si configurerebbe solo tra le 4 mura di una stanza e con l’unico esercizio fisico delle dita (per digitare su una tastiera o su un dispositivo touch).
E’ coerente dunque giungere alla conclusione che la ricerca del benessere attraverso lo sport coinvolgerà i grandi numeri e pertanto il futuro del nostro sport, che dobbiamo saper gestire, risiede proprio nel suo apporto alla comunità in termini di benessere; quel benessere proprio di ogni attività sportiva, ma con un plus relativo all’ambiente naturale e al coinvolgimento attivo di un animale.
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Mens sana in corpore sano
Mens sana in corpore sano (mente sana nel corpo sano) è una locuzione latina tratta dalle Satire di Giovenale (I secolo d.C.) che è ormai entrata a far parte del linguaggio comune come motto. E’ curioso però scoprire come il significato moderno di questa frase, quello per il quale è entrata nel parlare comune, non è perfettamente aderente a quello per il quale la frase è nata.
Innanzi tutto dobbiamo citare la frase completa che è “Orandum est ut sit mens sana in corpore sano” la cui traduzione è “Bisogna pregare (gli dei) affinché ci sia una mente sana in un corpo sano”; nella sua opera Giovenale dichiara che le preghiere agli dei devono essere rivolte solo per cose per le quali vale la pena come appunto un corpo sano e una mente sana e ripudia invece ricchezza e fama per le quali gli uomini spendono le proprie energie.
Con il passare dei secoli l’espressione ha assunto il significato che corpo ed anima debbano svilupparsi in armonia e che entrambi debbano essere curati per assicurarsi il benessere; oppure, una seconda moderna sfumatura di significato attribuisce ai due la presenza di un legame indissolubile per cui non sarebbe possibile lo sviluppo armonico dell’uno in assenza dell’altro.In sostanza, comunque, il senso originario della frase possedeva una sfumatura diversa da quella che ha assunto nel corso del tempo e i secoli ci hanno consegnato un motto ritoccato nel significato rispetto all’intento iniziale, forse più aderente alle necessità moderne.